L’Arcivescovo Delpini apre il Triduo del Santo Chiodo

L’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, sabato 16 settembre, alle ore 15, presiederà in Duomo i Vesperi e il Rito della “Nivola”, aprendo in questo modo le celebrazioni per il Triduo del Santo Chiodo.

L’antico e suggestivo Rito della “Nivola” si ripete ogni anno e rappresenta una celebrazione assai popolare nella tradizione ambrosiana anche per la sua singolarità.  L’Arcivescovo salirà sulla “Nivola”, un baldacchino lungo e largo tre metri, a forma di nuvola (da qui il termine dialettale di nivola) e raggiungerà la volta del presbiterio ove è collocato il reliquario che custodisce il Santo Chiodo.

Prelevata la reliquia che ricorda la Passione di Gesù, mons. Delpini la depositerà sull’altare maggiore del Duomo, dove rimarrà esposta alla venerazione dei fedeli, secondo una consuetudine che risale a san Carlo Borromeo (1538-1584), sabato, domenica e lunedì: si tratta dei tre giorni più vicini alla festa liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce, che ricorre il 14 settembre. Infine, la sera del lunedì, il Santo Chiodo sarà riposto nel proprio tabernacolo.

L’ideazione del congegno della “Nivola” per una diffusa tradizione è attribuita a Leonardo da Vinci. Tuttavia, pur essendo attestata la collaborazione dell’artista e inventore toscano al cantiere della Fabbrica del Duomo sul finire del XV secolo, sembra più probabile che l’opera sia stata ideata dagli architetti di fiducia di san Carlo Borromeo.

La presenza in Duomo del Santo Chiodo è documentatata fin dal 20 marzo 1461, quando la reliquia venne traslata, con grande partecipazione di clero e di popolo, dall’antica Basilica di Santa Tecla, in via di demolizione, nell’erigenda Cattedrale.

Nel XVI secolo, al termine della costruzione del tiburio, il Santo Chiodo fu collocato sulla sommità della volta absidale, a quaranta metri di altezza, in conformità alla tradizione ambrosiana di disporre il Crocifisso sul fastigio dell’arco trionfale della chiesa. Fu tale collocazione a determinare con probabilità l’affievolirsi della devozione al Santo Chiodo che conobbe nuovo impulso grazie all’Arcivescovo Carlo Borromeo: questi, durante l’epidemia di peste del 1576, il 6 ottobre portò la reliquia in processione tra le vie della città e da qui la ricondusse in Cattedrale, ove fu esposta per quaranta ore all’adorazione dei fedeli.

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